Paolo De Gregorio
Per le persone che ragionano senza preconcetti è veramente pesante sopportare i ridicoli argomenti con cui preti e destra politica (sempre uniti nel momento del bisogno) tentano di giustificare la loro avversione alla regolarizzazione delle coppie di fatto, etero o gay che siano, e, per questi ultimi, il diritto di poter adottare gli eventuali figli nati da precedenti rapporti.
I milioni di persone che vivono rapporti stabili al di fuori del matrimonio (alla faccia di preti e benpensanti) esistono, sono sempre di più, come sono sempre di più i divorzi, e si sono già sottratti ai diktat cattolici, vivendo liberamente le proprie naturali inclinazioni sessuali, senza considerare la cosa un peccato, ma una realizzazione personale, una scelta consapevole di vita.
Quale fastidio recano queste persone ai benpensanti cattolici che praticano la scelta della famiglia tradizionale, visto che non si propongono come modello ma desiderano solo alcuni diritti? Perché la Chiesa deve stabilire regole senza tener conto che esistono milioni di laici, e che negare loro certi diritti assomiglia più a una vendetta che alla difesa della famiglia? Sotto sotto mi viene da pensare che le gerarchie pretesche non si fidano troppo della saldezza etica e morale delle proprie pecorelle, e che vedere divorziati e gay vivere accettati e felici, con tutti i diritti, possa incrinare antiche certezze e respingere regole che ti propongono sofferenze, infelicità, menzogne, tradimenti.
Non sarebbe più giusto che il Vaticano si occupasse a tempo pieno dei propri fedeli e cercasse di farli comportare da cristiani secondo quelle regole che essi hanno accettato, a cominciare dai suoi dirigenti, spesso omosessuali o pedofili da lasciar sposare ed avere una vita sessuale normale e manifesta? Che dire delle donne discriminate nel sacerdozio, relegate quasi sempre nel ruolo di ancelle o dame di carità? E il grande lavoro da fare nel grande, immenso comandamento del “non uccidere”, da cui i cristiani non dovrebbero MAI deviare, né nel fabbricare armi, e tanto meno nell’usarle, e ritirare ogni collaborazione dei preti come cappellani militari negli eserciti?
Credo che avrebbero da fare per parecchi secoli e non perderebbero tempo a stabilire regole e divieti per i laici, che andrebbero perfettamente d’accordo con dei veri cristiani in un clima di reciproco rispetto e, tanto per esagerare, va chiesta l’abolizione dell’8 per mille e dei trattati tra Stato laico e Chiesa che sono entità che è meglio siano completamente autonome tra loro.
La sintesi è molto semplice: non ci sia ingerenza dei cattolici nella vita dei laici, come nessun laico si permette di criticare la vita della famiglia tradizionale. Il pensiero unico, tipico delle dittature, non è possibile in democrazia, le differenze culturali, religiose, di orientamento sessuale esistono, nessuno deve essere penalizzato da qualsiasi integralismo.